I laboratori valorizzano la creatività e l’autenticità, ma anche l’intelligenza emotiva, la solidarietà e la riflessione in gruppo. Le azioni e le riflessioni assumono connotati non necessariamente uguale per tutti, ma che conducono tutti allo stesso risultato, insieme.
I laboratori sono officine di metodi. Ogni alunno è libero elaborare, sviluppare e migliorare il suo approccio attraverso il confronto diretto con i compagni, generando un’inclinazione verso lo scambio reciproco di buone pratiche.
Le differenze tra gli allievi sono gestite come varietà di soluzioni e idee, come ricchezza di stimoli e suggestioni, grazie ai quali si raggiungono obiettivi diversificati, trasversali e inclusivi, molti dei quali hanno a che vedere con la metodologia del “cooperative learning”.
Durante i laboratori didattici l’errore ha un ruolo fondamentalmente positivo, l’alunno può sperimentare soluzioni diverse, spesso consigliate o semplicemente mostrate dagli stessi compagni in un percorso “pear to pear”. Questo modo di lavorare mette a proprio agio gli alunni e facilita il processo di acquisizione e di interiorizzazione dei contenuti.
IL RUOLO DELL’INSEGNANTE DURANTE I LABORATORI
Durante un laboratorio, il docente si trasforma un mediatore pedagogico, in quanto ha il compito di facilitare l’apprendimento attraverso azioni e riflessioni. I veri protagonisti sono gli alunni che si mettono in gioco, dando vita a un terreno fertile e magico, dalle potenzialità enormi e capace di regalare grandi soddisfazioni, professionali e umane.
In sostanza si può dire che il docente “scende dal palcoscenico educativo”, sposta i riflettori da sé stesso, e gli alunni da pubblico si trasformano in attori protagonisti.
Il docente dismette in un certo senso i panni del leader, dell’esempio da seguire e imitare, e si trasforma in una guida, in una figura che aiuta gli allievi a incontrare proprio cammino secondo la natura originale e personale di ognuno, verso il raggiungimento di obiettivi didattici ed educativi comuni.
COME SI PROGETTA UN LABORATORIO
Un progetto laboratoriale ha lo scopo di creare le condizioni ideali affinché si inneschino le giuste dinamiche, che permettono al laboratorio di svilupparsi nel modo corretto e raggiungere gli obiettivi prefissati. A tal fine, nel corso delle mie esperienze educative, ho strutturato una metodologia progettuale che mi ha permesso di organizzare centinaia di laboratori, anche complessi, in poco tempo. Questa metodologia si suddivide in 5 fasi:
- Definire il gruppo: Per prima cosa bisogna analizzare le caratteristiche delle persone con cui si andrà a lavorare.
- stabilire gli obiettivi: Una cosa è certa, un laboratorio non raggiunge mai un solo obiettivo. È importante, quindi, individuare gli ambiti che saranno interessati dal laboratorio. Personalmente mi concentro su sei sfere di ambiti: Didattica, Relazionale, Emozionale, Inclusiva, Operativa, Riflessiva.
- scegliere gli argomenti: Per argomento s’intende il tema del laboratorio, da cui spesso esso prende il titolo. Si tratta di decidere “di cosa si vuole parlare” nel laboratorio.
- decidere quali strumenti utilizzare: Gli strumenti sono la parte fondamentale dei laboratori. Allo stesso modo di un artigiano, di un artista, di un professionista, non basta la bravura per eseguire bene il proprio lavoro, servono gli strumenti adatti. Maggiore è la precisione nell’individuazione degli strumenti più adatti, migliore è il risultato finale.
- organizzare il laboratorio: Una volta identificati e analizzati i quattro elementi costitutivi del laboratorio, l’ultimo passaggio consiste nel connettere tutte le informazioni in modo da generare il laboratorio vero e proprio in tutte le sue sfaccettature.
Per info su consulenze per la progettazione di laboratori didattici si può scrivere a contagiamocidiidee@gmail.com